Tempo di bilanci per Confcooperative Bergamo che venerdì 9 giugno si è riunita in consiglio provinciale e assemblea annuale presso la sede in via C. Serassi a Bergamo per fare il punto sul primo anno di attività del nuovo mandato sotto la presidenza di Giuseppe Guerini. Un anno di cambiamenti molto positivi, concretizzatosi le scorse settimane con il rinnovo del consiglio del Centro Servizi Aziendali Coesi, nato dall’unificazione tra Coesi Servizi e CSA Bergamo avvenuta nell’agosto 2016, e sempre più struttura di riferimento di Confcooperative Bergamo per l’assistenza e la consulenza alle cooperative e alle realtà del terzo settore. Un’aggregazione caratterizzata da una coesione organizzativa interna, da un’efficacia dei servizi e da risultati economici adeguati che consentiranno di sostenere anche progetti di sviluppo dell'economia sociale.
«Stiamo portando avanti con grande convinzione e risultati interessanti il programma presentato un anno fa - ha sottolineato Guerini -. Oltre al completamento della fusione tra Csa-Coesi, il 2016 è stato un anno ricco di progetti e attività che hanno visto l’Unione provinciale in prima linea nel promuovere la qualificazione delle imprese cooperative, l’attenzione alle tematiche dell’accesso alla casa, la qualità del lavoro e la tenuta occupazionale, ma anche il welfare assistenziale e sociosanitario e diversi progetti sul territorio».
Dal Biodistretto dell’agricoltura sociale alla lotta alle false cooperative
Progetti come la nascita del Biodistretto dell’agricoltura sociale di Bergamo, che è stato formalizzato a dicembre proprio presso la sede di Confcooperative Bergamo, e del percorso «Cooperare: una responsabilità da condividere» insieme alle organizzazioni sindacali, concretizzatosi nei giorni scorsi con la firma del protocollo di intenti e l’avvio di una serie di iniziative per agevolare uno sviluppo economico e sociale del territorio all’insegna della legalità, della tutela dei diritti, dell’inclusione sociale e della sostenibilità ambientale e legato all’economia cooperativa.
«L’obiettivo è promuovere azioni capaci di contrastare la falsa cooperazione, avviare una corretta politica degli appalti e valorizzare pratiche di welfare aziendale nel mondo cooperativo – sottolinea il presidente di Confcooperative Bergamo, a oggi la centrale cooperativa più rappresentativa del territorio con una base sociale composta da 302 imprese che raggruppano oltre 125 mila soci e dove sono impiegati più di 11 mila lavoratori dipendenti per un fatturato di oltre 608 milioni di euro -. Da tempo stiamo infatti portando avanti la nostra battaglia contro il fenomeno delle false cooperative come dimostrato dalla campagna di raccolta firme di due anni per chiedere al Parlamento una legge con misure più severe contro le presunte cooperative che raggirano regole e lavoratori. Abbiamo recentemente incontrato il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, per proseguire nell’iter legislativo di una legge che vuole inasprire i sistemi di controllo e dettare nuove regole sulla revisione di bilancio e sulla figura dell’amministratore unico».
La collaborazione con l’Università e la Diocesi di Bergamo
Fari accesi anche sulla promozione della cooperazione in tutte le sue forme. «Abbiamo individuato nell’Università di Bergamo un interlocutore cui dare particolare attenzione – ha ricordato Guerini -. Ciò si è tradotto nella realizzazione di una ricerca sull’economia cooperativa bergamasca presentata a marzo, nella realizzazione di un percorso formativo per quadri cooperativi e nella promozione del sistema duale della formazione e dell’apprendistato di terzo livello».
Relazioni positive anche con il tessuto imprenditoriale di Imprese&Territorio, con la Camera di Commercio nella partecipazione ai tavoli di lavoro su formazione, scuola e qualificazione delle risorse umane del tavolo del Modello Bergamo, e con la Diocesi di Bergamo, interlocutore decisivo vista l’ispirazione alla dottrina sociale cristiana di Confcooperative.
«Stiamo approfondendo possibili forme di collaborazione tra il nostro movimento e le agenzie educative di matrice cattolica fortemente radicate nei nostri territori, a partire dagli oratori parrocchiali e dalle scuole paritarie cattoliche - conferma Guerini -. A questo si aggiunge la stretta collaborazione con la Caritas per le politiche dell’accoglienza dei rifugiati».