Dare continuità in un’ottica di sistema ai percorsi educativi individualizzati per gli alunni con disabilità e riconoscere il ruolo dell’assistente educatore nella programmazione scolastica. È quanto chiedono Federsolidarietà Confcooperative Bergamo, Coordinamento Bergamasco per l’Integrazione (Cbi) e le organizzazioni sindacali di Cgil, Cisl e Uil, riunitesi oggi presso la sede di Confcooperative Bergamo per la presentazione del documento congiunto sull’assistenza educativa scolastica e diritto allo studio dell’alunno con disabilità.
Il documento accende i fari sulla necessità di progettare strumenti e modalità operative che garantiscano, in questo periodo di incertezza dovuta al covid, tenuta e continuità degli interventi educativi a sostegno degli alunni, con particolare attenzione per quelli più fragili, oltre al riconoscimento del ruolo dell’assistente educatore all’interno dei Progetti educativi individualizzati ora in fase di pianificazione: un passo importante per la proposta di un modello provinciale uniforme condiviso dalle famiglie, ATS, Conferenza dei Sindaci, Ufficio Scolastico territoriale, cooperazione sociale, sindacati e Cbi.
Il diritto allo studio è per tutti
«Come comunità educante abbiamo molte aspettative nei confronti della ripresa delle attività didattiche: il lockdown ha avuto conseguenze particolarmente negative sugli alunni e le alunne con disabilità e bisogni speciali nei percorsi di apprendimento e socializzazione, sia sul piano del benessere psicologico che delle competenze e autonomie personali acquisite negli anni, appesantendo ulteriormente il compito educativo delle famiglie - sottolinea Francesca Cicolari, del Coordinamento Bergamasco per l’Integrazione -. Per questo e in vista di possibili nuove sospensioni, occorre fin da subito progettare strumenti e modalità operative inclusive, facendo tesoro dell’esperienza di questi mesi, delle difficoltà incontrate e delle prassi metodologiche sperimentate con successo, come il digitale e le nuove tecnologie. La figura dell’assistente educatore scolastico è, per molti dei nostri figli, la garanzia di continuità di una figura educativa: oggi più che mai il diritto di andare a scuola è per gli alunni con disabilità tanto importante quanto lo è per le persone normali».
Duemila alunni coinvolti e circa mille assistenti educatori
Il servizio di assistenza educativa scolastica è di competenza delle Amministrazioni Comunali che mettono a disposizione delle progettualità scolastiche una figura di supporto per l’alunno con difficoltà: un servizio svolto in collaborazione con i servizi specialistici delle Unità Operative di neuropsichiatria infantile e dell’adolescenza la cui gestione è per lo più affidata a cooperative sociali.
«Sul territorio la cooperazione sociale di Confcooperative Bergamo ha in carico nei diversi ordini scolastici quasi 1.950 alunne e alunni con disabilità, i cui progetti sono affidati a più di 1.100 assistenti educatori per un monte ore che supera la cifra annua di 700.000 - spiega Fabio Loda, coordinatore di Federsolidarietà Bergamo -. L’operatività dell’assistente educatore si colloca all’interno di un Progetto educativo individualizzato, frutto di un lavoro in team fra docenti, con la partecipazione della famiglia e di figure professionali specifiche, che interagiscono con la classe e con l’alunno e anche con l’assistente educatore. È importante il coinvolgimento dell’assistente educatore nella programmazione scolastica in presenza, a distanza e, se necessario, in affiancamento al domicilio. Per alcuni bambini e ragazzi con livelli di stress psicologico ed emotivo elevati potrebbe risultare utile un sostegno per stimolare e sviluppare le “abilità di vita” e facilitare il superamento delle difficoltà del momento» conferma Fabio Loda, coordinatore di Federsolidarietà Bergamo.
Il ruolo dell’assistente educatore scolastico.
I Progetti educativi individualizzati vengono definiti in questo periodo, il servizio di assistenza educativa scolastica deve essere strutturalmente funzionale a garantire il diritto allo studio, l’apprendimento e la formazione di alunne e alunni con disabilità. «Si tratta di un passaggio fondamentale – prosegue Nadia Pautasso, referente assistenza educativa scolastica di Federsolidarietà Bergamo - durante lo scorso lockdown gli assistenti educatori non sempre sono stati coinvolti nei percorsi intrapresi con le nuove modalità della didattica a distanza, precludendo loro la possibilità di procedere in modo coordinato con gli insegnanti. Ciò ha avuto come conseguenza un arresto del processo di inclusione e la creazione di situazioni di disagio molto diversificate, con Ambiti e Comuni della provincia di Bergamo che hanno definito in modo autonomo la possibilità di proseguire il lavoro educativo avviato».
Misure di sicurezza uniformi per tutto il personale scolastico
C’è poi il tema legato alla sicurezza e prevenzione che per gli assistenti educatori va posto con attenzione vista la forte connotazione di rete del loro servizio: «Correttamente Ats e Regione Lombardia hanno aperto la campagna di screening anche a questa categoria e le nostre cooperative hanno responsabilizzato i propri dipendenti all’adesione, pur trattandosi di scelta volontaria – conclude Loda -. Regione Lombardia con la circolare del 16 settembre ha efficientato il processo di identificazione dei casi di covid-19 nella collettività scolastica, con l’accesso diretto ai punti tampone ed esiti in giornata, non solo per gli alunni, ma anche per il personale docente e non, assistenti educatori compresi. Si tratta di un riconoscimento per nulla scontato, ci auspichiamo che questo approccio sia mantenuto strutturalmente durante l’anno scolastico».