Un gruppo di grande rappresentatività fatto da Coordinamento Bergamasco per l’Integrazione, Confcooperative Bergamo e CSA Coesi, i Consorzi Sociali (Solco Città Aperta, Ribes, Cum Sortis e Il Solco del Serio), Organizzazioni Sindacali e Forum del Volontariato scende in campo per quello che con un’espressione impropria nominiamo di solito come «dopo di noi»: l’esigenza di garantire una prospettiva di vita autonoma, anche sotto il profilo dell’abitare, a tutti, comprese le persone adulte con disabilità. In altri termini, si tratta di sostenere una progettualità che sostenga le persone con disabilità nel decidere come vivere, dove vivere e con chi vivere concretizzando il significato dell’essere adulti e con un occhio a quando non avranno più accanto i loro genitori o familiari.
In quest'ottica sabato 23 febbraio, alle ore 9, all'Auditorium del Centro Risorse di Valtesse in via Pietro Ruggeri da Stabello 34, Bergamo, si terrà il convegno «Persone adulte con disabilità nella comunità. Il “dopo di noi”: una responsabilità condivisa». L'obiettivo è sensibilizzare enti, istituzioni e la cittadinanza su un tema di responsabilità comunitaria.
Durante l'incontro saranno presentati gli strumenti che la normativa oggi mette a disposizione per la trasmissione dei patrimoni, come spiega Lucio Moioli, Segretario generale di Confcooperative Bergamo: «Grazie a CSA Coesi, abbiamo elaborato schede di facile consultazione che presentano gli strumenti giuridici a disposizione delle famiglie che intendono destinare tutto o parte del proprio patrimonio a sostegno della vita autonoma dei congiunti con disabilità: donazioni, trust, fondazioni».
«Il documento mostra una chiara visione sociale – sottolinea Claudio Burini presidente di CBI - delinea, infatti, un percorso in cui tutti gli attori privati, istituzionali, economici del territorio possono provare a condividere risorse e strategie per tutelare il diritto ad una vita autonoma di tutti e di ciascuno».
Il convegno sarà anche l'occasione per presentare percorsi territoriali finalizzati a sostenere iniziative concrete, capaci di attivare i livelli fiduciari come solo le «reti relazionali corte» sono in grado di fare.
Il convegno è quindi rivolto non solo ai genitori e alle loro associazioni ma all’intera comunità con le sue istituzioni, organizzazioni non profit, forme associate e informali.
In allegato il programma