Confcooperative Bergamo ha sempre dedicato molto impegno ai diritti delle persone con disabilità. Ora scommette sul futuro, su quello che viene chiamato «dopo di noi», e lo fa insieme al coordinamento Bergamasco per l’Integrazione, a Cgil, Cisl e Uil Bergamo e al Forum Associazioni Volontariato Sociosanitario.
«Dopo di noi è un’espressione che ci piace poco - dice il presidente del CBI, Claudio Burini - perché divide la vita delle persone con disabilità in due parti: finché c’è la famiglia sarebbe questa a dover garantire sostegno e cura, dopo, forse, la comunità. È una visione sbagliata perché la disabilità è qualcosa che riguarda sempre tutta la cittadinanza. Anzi, è spesso causata proprio dalla società con le sue barriere fisiche e culturali».
Lucio Moioli, Segretario generale di Confcooperative Bergamo, spiega la nuova iniziativa: «Grazie a CSA Coesi abbiamo elaborato schede di facile consultazione che presentano gli strumenti giuridici a disposizione delle famiglie che intendono destinare tutto o parte del proprio patrimonio a sostegno della vita autonoma dei congiunti con disabilità: donazioni, trust, fondazioni, etc. Il documento mostra una chiara una visione sociale: delinea, infatti, un percorso in cui tutti gli attori privati, istituzionali, economici del territorio possono provare a condividere risorse e strategie per tutelare il diritto ad una vita autonoma di tutti e di ciascuno».
In allegato le schede di «Persone adulte con disabilità nella comunità»