Promuovere contratti di apprendistato di alta formazione, rafforzare il legame tra sistema accademico e mondo lavorativo, valorizzare l’efficacia dei servizi sociosanitari, socioassistenziali ed educativi, e favorire la creazione di una più forte rete di coesione territoriale. Con questi obiettivi, oggi, Confcooperative Bergamo, Provincia di Bergamo, Mestieri Lombardia, Università degli Studi di Bergamo - Dipartimento di Scienze Umane e Sociali e Ats Bergamo hanno firmato il protocollo finalizzato alla sperimentazione dell’apprendistato di terzo livello ex. Art. 45 D.Lgs 81/2015.
Un progetto che vedrà gli studenti iscritti al corso di Laurea Triennale in Scienze dell’Educazione impegnarsi in percorsi di formazione duale. all’interno di servizi gestiti dalle cooperative sociali aderenti a Confcooperative Bergamo.
La prima sperimentazione coinvolge cinque percorsi nell’area dei servizi della disabilità e della prima infanzia avviati presso quattro cooperative: “La Fenice” di Albino, “Sottosopra” di Parre, “Lavorare Insieme” di Almè, e “Chimera” di Albino.
«Siamo onorati di essere i primi a sottoscrivere protocollo di questa natura - ha sottolineato Giuseppe Guerini, presidente di Confcooperative Bergamo alla conferenza stampa di questa mattina a cui hanno preso parte nche Remo Morzenti Pellegrini, rettore dell’Università degli Studi di Bergamo, Mara Azzi, direttore generale ATS Bergamo e Giuseppe Bertagna, direttore del Dipartimento di Scienze Umane e Sociali -. Dati alla mano in questi anni la cooperazione sociale ha creato molti posti di lavoro e questo protocollo promuove la capacità di fare innovazione sociale, consentendo di avviare progetti di formazione specifica sviluppati in un contesto lavorativo ben preciso. Per questo anche le cooperative coinvolte nel progetto sono chiamate a cogliere questa opportunità che vede Confcooperative stabilizzare e rafforzare la relazione stretta con l’Università di Bergamo».
I ragazzi avranno infatti la possibilità di affrontare un’esperienza formativa e personale di alto livello che assicurerà loro una crescita tanto a livello individuale quanto a livello professionale. Gli enti che hanno sottoscritto il protocollo hanno espresso la convinzione che il sistema duale della formazione applicato all’ambito socio sanitario possa consentire una maggiore qualità dei percorsi e dei risultati formativi e – di conseguenza – un rafforzamento dell’efficacia della rete dei servizi interessati, con un ritorno positivo in termini di occupabilità per i giovani iscritti ai corsi di laurea pertinenti.
Gli studenti sono stati selezionati in collaborazione con l’Ufficio Placement dell’Università degli Studi di Bergamo e le Agenzie bergamasche di Mestieri Lombardia. Il tutto, fermo restante la centralità dell’acquisizione del titolo di studio universitario, obiettivo che gli studenti dovranno perseguire in maniera rigorosa anche usufruendo dei numerosi momenti formativi interni ed esterni previsti durante la sperimentazione.
Va sottolineato, infine, che l’elemento portante della proposta è un’integrazione sinergica tra formazione interna, esterna ed esperienza lavorativa sul campo: aspetti che richiederanno una personalizzazione dei percorsi universitari e un elevato grado di innovazione sul piano della didattica accademica. «Da tempo si diche che la formazione è una leva strategica per lo sviluppo di un territorio che non è solo economico ma anche sociale e culturale - ha ricordato Lucio Moioli, segretario generale di Confcooperative Bergamo e presidente di Mestieri Lombardia -. Le analisi Ocse a Bergamo evidenziano come sul nostro territorio ci siano ancora elementi di fragilità sul capitale umano. Grazie all’Università sono stati fatti passi avanti importanti ma rimane un tema su cui si può fare ancora molto e questo protocollo va nella direzione giusta: una soluzione condivisa tra più enti che insieme hanno messo in moto una macchina che sa avvicinare il mondo della formazione al mondo del lavoro».